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la guida della valtaro |
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Borgo Val di Taro |
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La storia di Borgo Val di Taro |
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Ilario Spolverini: Ingresso di Elisabetta Farnese a Borgotaro (1714)
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Borgotaro, un po' di storia |
Turris
Turris, originaria denominazione
dell'attuale Borgo Val di Taro, sia pure
in diversa posizione, fu una creazione
militare Bizantina allepoca della guerra
gotica e come tale capoluogo di tutta la
circoscrizione.
Con l’avvento dei Longobardi la “curtis Turris cum appenditiis suis” costituì uno dei più cospicui
e redditizi donativi dei re longobardi al
Monastero immune di San Colombano
in Bobbio.
In qual modo sia avvenuto il passaggio
della denominazione da Turris a Borgo
Torresana, e da questa a Borgo Val di
Taro, non è ancora chiaramente documentato. Si sa per certo che nel diploma
rilasciato da Ottone I in Milano il 30 luglio 972, si parla di una “ecclesia Sancti
Georgi” che sorgeva là dove il Tarodine
sfociava nel Taro. Intorno a questa chiesa, e successivamente sull'altra sponda
del Taro, sorse Borgo Torresana.
Nasce Borgo Val di Taro
In seguito, mutate vicende storico-politiche spinsero gli abitanti di Torresana ad insediarsi un poco più a ovest e
precisamente sul terrazzo fluviale in cui
sorge oggi l'abitato. Nasce così il nome
Borgo Val di Taro.
Qui, nel 1226, venne posta la prima pietra della chiesa di Sant’Antonino, che
andrà a sostituire l'ormai troppo scomoda antica Pieve di San Giorgio.
Il grande sviluppo urbanistico degli ultimi decenni non ha coinvolto la parte
più antica del centro abitato che cosi
conserva tuttora la sua struttura originaria, caratterizzata da un tracciato viario
rigorosamente regolare, che alcuni stdiosi attribuiscono ad un piano preordinato, collegato alla fondazione ex novo
di una città, forse voluta dal Comune di
Piacenza intorno al XII secolo.
Nel sec. XIV iniziò la prima dominazione della famiglia Landi, alla quale
subentrarono i Visconti.
L'epoca delle grandi signorie
La successiva
dominazione pontificia su Piacenza
(1332-1335) comportò l'automatica
soggezione di Borgotaro alla Santa Sede.
Inizia però l'epoca delle grandi signorie
e i Visconti riprendono possesso del
Borgo che, salvo qualche breve parentesi, farà parte per molti anni del Ducato
di Milano.
Nel 1414 il Papa, approfittando della passeggera crisi che colpisce il
Ducato di Milano a causa della morte
di Gian Galeazzo, e rivendicando gli
antichi diritti sulla diocesi piacentina, fa
occupare Borgotaro. Lo eleva, quindi, a
dignità di Marchesato, per donarlo poi
al cardinale Luca Fieschi.
Nel 1429 Filippo Maria Visconti riprende la sua politica tesa a conquistare Firenze. Approfitta cosi di una richiesta di aiuto da parte dei Lucchesi in guerra con
Firenze, per inviare truppe al comando
di Niccolò Piccinino. Costui, al ritorno
dall'impresa, conquista Borgotaro.
L’ importanza strategica del Borgo è tale che
ll Duca, nel 1438, vi destina con il titolo
dl marchese, lo stesso Nicolò Piccinino,
notissimo capitano di ventura.
Alla morte di Filippo Maria Visconti
(1447) si verificarono vuoti di potere e
una nuova crisi investi il Ducato di Milano, cosicché i Fieschi, venuti in gran
forze da Genova, occuparono nuovamente Borgotaro, per perderlo, tuttavia,
poco dopo.
Soltanto nel 1488 il Borgo passò ai Fieschi in modo ufiìciale.
Il dominio sul
Borgo venne infatti ratificato da Gian
Galeazzo e dallo stesso Imperatore Massimiliano che, nel 1495, confermerà la
ratifica concedendo la qualifica di Marchesato a Borgotaro che veniva assegnato a Gian Luigi Fieschi, detto “il grande”.
L'investitura imperiale
L'investitura imperiale assumeva grande
rilevanza in quanto si trattava di ampia
concessione, di tipo semisovrano che
veniva a sganciare definitivamnete il
Borgo dalla supremazia milanese. Au
tonomia resa ancor più evidente dal
privilegio, concesso ai Fieschi, di poter
costruire una zecca e battere, quindi,
moneta.
Aveva così inizio il terzo e purtroppo
ultimo periodo della signoria Fieschi,
che finirà in modo tragico verso la metà
del ‘500.
È di questi anni la promulgazione, da
parte di Gian Luigi Fieschi, dello Statutum Burgi Vallis Tari.
Nel 1513 Girolamo, che era succeduto
a Gian Luigi, otteneva dall'lmperatore
l'elevazione del feudo borgotarese da
marchesato a principato. Titolo principesco non personale, ma legato al
possesso legittimo del Borgo. Il che
equivaleva da una parte a riconoscere
la sua importanza storico-strategica,
dall’altra a creare non pochi grattacapi
ai borghigiani in quanto, legando il titolo di principe a chi lo avesse posseduto,
si venivano a creare le premesse di lunghe lotte per la sua conquista.
La signoria Fieschi terminava nel gennaio 1547 in seguito al fallito tentativo
di questi ultimi di conquistare Genova.
Fallimento che porterà la famiglia alla
completa rovina e alla sua scomparsa.
Borgotaro tornava, quindi, sotto il dominio dell’lmpero.
Un vero stato
Nel 1551 Agostino Landi, con due diplomi di Carlo V, otteneva l'investitura
di Borgotaro, la cui giurisdizione veniva
subito dopo elevata a dignità di “Principato”.
Si formava così un vero stato
(Principato di Valditaro o Stato Landi),
con quelle che Rameri chiamava le tre
«gemme»: Bardi, Borgotaro e Compiano.
Nel 1578 i Borghigiani, stanchi delle
angherie e delle esosità dei nuovi principi, si ribellarono e li cacciarono definitivamente. Si diedero così nelle mani
di Ottavio Farnese, duca di Parma, che
nominarono loro principe.
Nel 1731 moriva Antonio Farnese senza
lasciare eredi cosicché il ducato passava
a Carlo I Borbone, figlio di Elisabetta
Farnese.
Borgatore diventa francese, poi l'annessione all'Italia
Nel 1806 Borgotaro venne incorporato nell’ Impero Francese e assegnato al
Dipartimento degli Appennini, nell’ambito della ventottesima divisione militare, con Prefettura a Chiavari. All'epoca
Borgotaro fu sede di Sottoprefettura.
In seguito alla caduta di Napoleone, le
potenze vincitrici decisero di assegnare
il Ducato di Parma e Piacenza a Maria luigia d'Austria fino alla sua morte che avverrà nel 1847. Successivamente ritornarono i Borbone, la cui dominazione cessò nel giugno 1859, allorché a Parma si costituì un governo provvisorio per preparare l'annessione al regno del Piemonte e quindi all’Italia.
Durante l’ultimo conflitto mondiale, Borgotaro subì oltre quaranta incursioni aeree e il suo territorio fu teatro di numerosi e importanti episodi legati alla guerra di Resistenza.
Nel 1985 il gonfalone del Comune viene decorato di Medaglia d'Oro al Valor Militare. |
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