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Il territorio della Valtaro si trova alla confluenza di tre regioni: Liguria, Toscana ed Emilia-Romagna, i cui confini corrono lungo i crinali che delimitano la valle. Fu quindi, nel passato, zona di passaggio per mercanti, viaggiatori, pellegrini, prelati ed eserciti diretti ad uno dei tanti passi che permettevano un agevole raccordo tra regione Padana, Lunigiana e Genovesato. Tra le valli dell’Appennino Parmense, la Valtaro è oggi di gran lunga la più importante.
Non soltanto per i suoi centri abitati che la rendono la più popolata, ma per la sua collocazione geografica, la sua intricata e travagliata storia, i suoi borghi che sanno d’antico, le strade e la ferrovia che la percorrono, i suoi boschi estesi e rigogliosi, nella quasi totalità pubblici, i prodotti del sottobosco tra i quali il rinomato “porcino” IPG, unico in Italia ad avere un riconoscimento europeo, la presenza di secolari istituzioni come le Comunalie, la presenza del Taro, il corso d’acqua più lungo del parmense, con i suoi affluenti che scendono da valli laterali incantevoli e poco frequentate, le emergenze geologiche rappresentate dalle rocce ofiolitiche che ricoprono le cime di alcune montagne, la presenza di importanti beni culturali, di piste ciclabili, di una fauna e flora caratteristiche, di una gastronomia di nicchia e per i servizi che può offrire.
Non ultimo, l’esistenza, in centro valle, di Borgotaro, una cittadina dotata d’ogni servizio (ospedale, ferrovia, scuole superiori, cinema, supermercati, piscina, palestre, impianti sportivi, biblioteche ecc.).
Tutto questo fa della Valtaro un “modello” difficilmente riscontrabile nell’intero Appennino Emiliano.
D’altra parte la Valtaro, nell’ambito della provincia, ha sempre rappresentato un’entità periferica ma dotata di personalità e di autonomia, spesso misconosciuta dagli abitanti della “bassa” e della città, anche a causa dellapessima viabilità di un tempo.
Se la storia può insegnare qualcosa, si deve ricordare che il Valtarese, nel lontano passato, costituì l’antico Stato Landi, per diventare successivamente una delle province del Ducato, insieme a Parma, Piacenza, San Donnino e Lunigiana. Durante il periodo napoleonico, l’alta valle venne staccata da Parma e inserita nella regione ligure, Dipartimento degli Appennini, con Prefettura a Chiavari.
Ma Borgotaro divenne sede di Arrondissement, con la presenza di un Sotto-Prefetto francese.
Tutto questo spiega la storica “indipendenza”, non soltanto nel dialetto e nelle tradizioni, della Valtaro da Parma, confermata anche in campo ecclesiastico.
Nel territorio dell’ Alta Valtaro, prima della recentissima riforma, erano presenti tre diocesi: Piacenza, Bobbio, Pontremoli. La diocesi di Parma aveva giurisdizione limitatamente alle parrocchie di Belforte e Gorro, entrate a far parte del Comune di Borgotaro soltanto nel XIX sec.
La viabilità moderna ha finalmente permesso agli abitanti della città capoluogo di conoscere questa valle e apprezzarne le bellezze. |
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