Le tre porte
Si accede al borgo di Compiano attraverso tre porte, un tempo fortificate. Quella
più in basso, detta “delle Monache” è la prima che incontriamo salendo dal basso, ed è la principale. Ancora oggi dà la sensazione di essere presidiata ed è da qui che inizieremo la visita al borgo.
Il monumento sepolcrale dedicato a Marco Rossi Sidoli
Diamo, prima, uno sguardo sottostrada per osservare l’imponente edificio della Casa di Riposo “Marco Rossi Sidoli”, da poco sede anche della ASP (Azienda di Servizi alla Persona). Di fronte all’edifico un bel giardino, ombreggiato da abeti, e una grande fontana con zampillo. A fianco, si vede il robusto monumento sepolcrale del benefattore Marco Rossi Sidoli, che contiene tra i marmi le sue ossa, cosi come da lui espressamente richiesto nel testamento.
Il monumento, costruito a Parma tra il 1856 e il 1866 dallo scultore Agostino Ferrarini, venne trasportato, tra non poche polemiche, nell’Oratorio di San Rocco a Compiano (1884) e definitivamente collocato nella posizione attuale nel 1955. Vi sono raffigurati Cristo Redentore, il benefattore sul letto di morte, il gruppo della pietà e della carità. Vi si legge: "Àccolga Iddio la prece de' poveri imploranti pace al loro benefattore Marco Rossi Sidoli da Compiano, morto quinqagenario nel 1852”.
L'atmosfera medioevale
Ora ci portiamo alla porta “delle Monache” sulla quale si può notare la presenza di ciò che resta di uno stemma farnesiano in marmo. Per superarla si deve passare sotto una robusta volta a botte.
Ci accoglie una strada stretta in acciottolato, con due guide, che sale fino alla
sommità del colle ove è posto il Castello.
Lungo questo percorso, che ci permette di vivere sensazioni inusuali e respirare
un’atmosfera medioevale, si susseguono antichi palazzi, portali, stemmi.
Segnaliamo:
-
sulla sinistra, al n.21, fra due mensole, uno stemma raffigurante un’aquila. Al di sopra una data: 1627;
-
sulla Sx, al n. 19, bel palazzo con finestre a ogiva e bella muratura in sasso su linee parallele, risalente al XIII-XIV sec.
- al n. 15, un interessante stemma con raffigurato un toro e alcuni piccoli gigli, il tutto sormontato da una corona nobiliare semplice.
- al n. 5, in una nicchia, formella in marmo di Carrara con scolpita una Sacra Famiglia (XVII-XVIII sec.).
Piazza Scopesi
Si arriva in piazza Scopesi, vera balconata sulla valle: vediamo all'orizzonte,
sulla sinistra, il crinale toscano e sulla destra, quello ligure. Nella piana sottostante, al di là del Taro, l’abitato di Isola. Sullo sfondo la sagoma tonda del monte Zuccone (m. 1423). Più a destra Tornolo, adagiato lungo il costone d’un colle. A destra e a seguire: uno spizzico di Monte Penna, la regolare piramide del Tomarlo e lo spuntone del Croce di Martincano.
In questa piazza, sede di quasi tutte le manifestazioni che si svolgono in loco,
avviene lo spoglio finale relativo all’assegnazione del Premio Letterario Na-
zionale P.E.N.
Vi prospettano: il bar ‘Bellevue” con tabacchi, e il ristorante bar “Vecchia Compiano” collegato alla Residenza “I Dragoni” (solo appartamenti per vacan-
ze) nello storico palazzo che fu della famiglia Rossi Sidoli.
In fondo alla piazza, di fronte alla facciata della chiesa dedicata a San Giovanni
Battista, la porta detta “di Compianino”.
Si può arrivare alla piazza, anche prendendo il primo vicolo a destra che si trova subito dopo aver superata la porta "delle Monache".
In tal modo si cammina lungo un percorso assai suggestivo, un tempo camminamento delle ronde, che affianca le antiche mura.
Il Palazzo comunale
Dal piazzale si sale lungo la via Marco Rossi Sidoli e si passa di fronte al bel palazzo del Comune, antica sede del Consiglio dei Savi.
Al piano terra si possono ancora visitare due celle che, un tempo, servivano da prigioni per i reati comuni, dotate ancora di porte d'epoca, con guardiola, e di un rudimentale gabinetto. Nella parete intonacata di quella di destra, i caratteristici segni lasciati dai prigionieri, quali le aste e le crocette che indicavano i giorni o i mesi già scontati.
Si arriva poco dopo all’Oratorio di San Rocco, che ospita il Museo degli Orali. La strada si restringe e al termine della breve salita, sula destra, la sede del Centro Culturale “Compiano Arte e Storia” dove è possibile acquistare interessanti pubblicazioni sulla storia, la cultura, il dialetto e le tradizioni della Valtaro.
Si arriva, quindi, ai piedi della rampa d'ingresso al Castello. Procedendo, se ne costeggiano le muraglie e si giunge al piccolo slargo intitolato alla Marchesa Lina Raimondi Gambarotta, dove ci fermiamo qualche minuto per guardare il panorama. Da sinistra: Tornolo con i tre campanili, un parte di Monte Penna, nascosto dall'Orocco, più adestra, la nuda schiena del Regola e il vicino Pelpi. Da qui si arriva, poi, alla terza porta detta "della cisterna".
|