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Maria Luigia e i moti risorgimentali

 

Maria Luisa d'Austria o Maria Luigia di Parma fu imperatrice dei francesi dal 1810 al 1814 come consorte di Napoleone I, e duchessa regnante di Parma, Piacenza e Guastalla dal 1814 al 1847
Maria Luigia e i moti risorgimentali

Caduto Napoleone, le potenze vincitrici assegnano il Ducato di Parma a Maria
Luigia
, vedova di Napoleone, che visitò ripetutamente la Valtaro, pernottando
più volte a Borgotaro.
Di lei, nelle popolazioni, rimase per lunghi anni un buon ricordo, legato alla sua riconosciuta generosità e alla sua magnanimità. Arruolò nel suo esercito molti ufficiali napoleonici che furono, tuttavia, tra i primi a sostenere e divulgare quelle idee liberali che condurranno alla formazione della Carboneria, dando così vita a quel periodo che va sotto il nome di Risorgimento.
Anche in Valtaro, fin dal 1821, vengono infatti segnalate diverse persone appar-
tenenti alla Carboneria.
Capo dell'organizzazione era il nobile Giuseppe Bertucci di Bardi, prima am-
monito e successivamente, nel 1822, tradotto nelle carceri di Parma.
Nell’atto di accusa si legge che " ..era considerato generalmente come capo dei cospiratori ..... manteneva segreta corrispondenza coi soci principali di Borgotaro, Bedonia e Compiano".
Condannato a otto anni, poi ridotti a cinque, trascorse la prigionia nel castello di Compiano.
L'organizzazione doveva essere assai estesa perché tra gli ammoniti troviamo il tenente Giovanni Boveri, G. Battista Pettenati, Antonio Leonardi, Paride Cassio (tutti ex uflìciali napoleonici in servizio nell’esercito del Ducato), Pietro Belli, Pietro Mariotti. Più appariscente la sommossa del 1831 quando, nel teatro di Borgotaro, durante il carnevale, scoppiarono violenti tafferugli.
Nel 1848, da segnalare quanto accaduto a Bedonia dove, chiamati ad esprimersi
con un Plebiscito, i cittadini decisero, primi in tutta la Provincia di Parma e
sull'esempio della città di Piacenza, di aggregarsi al Piemonte.
La sconfitta di Novara renderà vana, successivamente, questa coraggiosa e nobi-
le decisione del popolo bedoniese.
Nel giugno 1859, durante la seconda guerra dîndipendenza, subito dopo la li-
berazione di Milano, a Parma si costituì un governo provvisorio con il compito
di preparare l'annessione del Ducato al Piemonte.
A metà giugno, primi nella Provincia del Valtarese, furono Bardi e Tornolo a
votare per l’annessione. Ai primi di luglio tutti i comuni si erano ormai espressi,
tanto che l’avv. Luigi Olivieri veniva nominato Intendente del Valtarese.
Subito dopo venivano indette le elezioni per la nomina dei Rappresentanti del
Popolo “chiamati a costituire il Governo delle Province Parmensi”.
Il numero dei Deputati venne fissato in 63, ripartiti proporzionalmente tra le
cinque province. A quella del Valtarese spettavano 6 membri. Qui i favorevoli
all'annessione furono 4676 contro 49, favorevoli ad un Regno separato. Risulta-
rono eletti il dott. Giuseppe Osegna per Bedonia, il dott. Marcello Costamezzana per Borgotaro, il dottor Luigi Gerra per Compiano.
Nei giorni 11 e 12 marzo 1860, i Valtaresi vennero nuovamente chiamati alle urne per decidere in modo definitivo la loro opzione per lo Stato Sabaudo. Venne riconfermato il voto del 1859. Il 18 marzo tutta l'Emilia entrava a far parte del
Regno di Sardegna
. Il 17 marzo 1861, si riuniva a Torino il primo parlamento italiano e come primo atto (17 marzo) proclamava Vittorio Emanuele II, Re
d’Italia.

 

 
 
   
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